venerdì 16 novembre 2007

La nostra non è una città di criminali

Francavilla come i Quartieri Spagnoli? Sono stati in molti a rifiutare l'accostamento, a trovarlo esagerato, non pertinente, non calzante, inadeguato, fuori luogo e co­munque né reale né realistico. Non ci sta neppure l'On. Luigi Vitali: "La situazione di Francavilla non è assolu­tamente paragonabile a quella della città di Napoli, o perlomeno di certi suoi quar­tieri". Così risponde perento­rio, commentando l'ardito parallelo che accosta la città degli Imperiali alla città degli Angioini, l'avvocato Luigi Vitali, consigliere comunale di lungo corso, parla­mentare da tre legislature, eletto sempre nelle liste di Forza Italia (partito per il quale è in corsa per la carica di coordinatore provinciale), già Sottosegreta­rio alla Giustizia nell'ultimo governo Berlusconi, ed attual­mente vice presidente della Commissione Giustizia, non­ché componente della Commissione Antimafia. "Abbiamo assistito negli ul­timi anni ad episodi isolati (un omicidio, un duplice omicidio e, in ultimo, qualche settimana fa un ferimento) riconducibili più che altro a equilibri all'interno dei clan malavitosi non di Francavilla ma della provincia, e non sono affatto indicatori di una fenomenologia criminale francavillese. La situazione è sotto controllo. E'innegabile che siano aumentati i furti d'auto e i furti negli apparta­menti, ma dietro questo c'è una situazione di disagio so­ciale che investe non solo Francavilla, bensì l'intera provincia, la regione, il Paese". Quindi secondo l'Onorevole, più che di un giustificato allarme, si tratta di allarmismo, e quando all'On. Vitali ricordiamo la visita pro­prio a Francavilla dell'On. Francesco Forgione, presi­dente della Commissione An­timafia della quale anch'egli fa parte, ci dice: "La visita del Presidente della Commissione Antimafia non ha niente a che fare con un pre­sunto allarme criminalità. Forgione è stato invitato per parlare di legalità e lavoro nero. Il lavoro nero, quello sì, è la vera piaga di questa città! Piaga che resta aperta. Ma su questo tema è innanzi­tutto la classe impren­ditoriale che dovrebbe interrogarsi. Si possono e si debbono predi­sporre verifiche e controlli in certi settori malati dell'eco­nomia. E si deve lavorare per abbattere il muro della com­piacenza tra sfruttatori e sfruttati". Poi con l'Onore­vole allarghiamo il campo: spostando lo sguardo dalla si­tuazione del territorio francavillese a quella nazionale le cose cambiano, anzi si invertono; non più allarmismo in­giustificato, ma allarme ed emergenza legalità. Spiega Vi­tali: "Due terzi dei detenuti delle carceri della Lombardia sono stranieri, per stranieri intendo comunitari ed extra-comunitari. In tutta Italia un terzo dei detenuti è straniero. Questa gente, che entra nel nostro Paese senza alcun controllo, costituisce un vero e proprio serbatoio di criminalità,una manovalanza per la criminalità organiz­zata. I provvedimenti estemporanei, come il decreto legge di questi giorni, sono oltre che tardivi alta­mente insufficienti. La sicu­rezza non è una bandiera di destra o di sinistra, la man­canza di sicurezza genera paura, la paura genera paura. La paura più grande ora è che ci si lasci sedurre dalla ricerca del capro, o del popolo (in questo caso quello rumeno) espiatorio. La xenofobia non si giustifica con niente e si sposa facilmente con la stupi­dità e con l'ignoranza.

Intervista di Maria Angelotti
Da "Il Gallo", 17/30 novembre 2007 pag. 4

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