Egregio Direttore,
da qualche giorno a questa parte, e precisamente dai 19 novembre u.s., assistiamo, sulla stampa locale, ad una serie di interventi miranti a declinare il futuro, anche prossimo, di Forza Italia. Ciò, chiaramente, deve essere attribuito all’annuncio fatto, proprio domenica 18 novembre, dal Presidente BERLUSCONI circa la necessità di costituire no nuovo e più grande partito dei moderai nel nostro Paese.
Non di meno non possono essere altri a stabilire se, come e quando Forza Italia transiterà in questo nuovo soggetto politico.
Mi permetto, allora, visto l'interesse che la questione sta suscitando, di portare qualche chiarimento che non è frutto della mia immaginazione ma di quanto BERLUSCONI in persona ha comunicato giorni addietro all'assemblea congiunta dei gruppi parlamentari di Forza Italia di Camera, Senato ed Europarlamento.
Innanzitutto va chiarito che Fora Italia non è affatto sciolta o dissolta o liquidata o quant’altro alcuni, in buona o mala fede, vanno dicendo in questi giorni. Forza Italia continua la sua fase congressuale che, a questo punto, rappresenterà la preparazione all'adesione al nuovo soggetto politico nel quale la classe dirigente di questo partito in uno ai suoi rappresentanti istituzionali, rappresenteranno la quota più consistente.
Le motivazioni di questa scelta del capo dell'attuale opposizione le ha indicate lo stesso Berlusconi che, per tanto, non necessita né di traduzioni né di interpretazioni.
Il rifiuto degli alleati storici di F.I. di entrare a far patte di questo nuovo soggetto politico non toglie assolutamente nulla alla privilegiata e primaria interlocuzione che con questi partiti avrà la nuova formazione politica.
La disponibilità offerta dal presidente BERLUSCONI di trattare con il segretario del Partito Democratico, finalizzata esclusivamente all'individuazione di una nuova legge elettorale ampiamente condivisa, non può e non deve far ritenere che il Partito Democratico possa essere necessariamente l'alleato della nuova formazione. Bensì, rappresenta la constatazione che non si è stati capaci di realizzare una riforma elettorale che potesse garantire la governabilità senza condizionamenti estremi e senza la necessità di alleanze quasi contro natura (come quelle presenti nell'attuale centrosinistra).
Il ritorno al proporzionale con quota di sbarramento è un male minore rispetto a quello attuale e necessario per formare alleanze omogenee in grado di realizzare le grandi riforme delle quali ha bisogno il nostro Paese.
Tutto il resto sono congetture o valutazioni rispettabili ma personali o disegni per destabilizzare anche il quadro locale.
A questo proposito mi preme sottolineare che sarà pure finita la Casa delle Libertà ma non è assolutamente conclusa l'esperienza del centrodestra soprattutto quando, come nella nostra Regione e nella nostra provincia, tale esperienza è priva, al suo interno, di corpi estranei, politicamente parlando,
Tutte le ipotesi, pertanto, che giornalmente si fanno sul destino del Comune di Brindisi mi sembrano francamente forzate come forzata è l’interpretazione secondo la quale gli eventi nazionali si siano abbattuti sulle vicende locali quasi a modificare gli assetti della maggioranza. Tutto questo non è vero e se difficoltà ci sono al Comune capoluogo o in altre realtà queste attengono a vicende, fatti ed equilibri che nulla hanno che vedere con l’evoluzione politica nazionale.
La ringrazio per la Sua attenzione ma ritengo di aver portato un po' di chiarezza e di aver aperto anche un dibattito fondato su fatti e dati certi.
Distinti saluti.
On. Luigi Vitali
da qualche giorno a questa parte, e precisamente dai 19 novembre u.s., assistiamo, sulla stampa locale, ad una serie di interventi miranti a declinare il futuro, anche prossimo, di Forza Italia. Ciò, chiaramente, deve essere attribuito all’annuncio fatto, proprio domenica 18 novembre, dal Presidente BERLUSCONI circa la necessità di costituire no nuovo e più grande partito dei moderai nel nostro Paese.
Non di meno non possono essere altri a stabilire se, come e quando Forza Italia transiterà in questo nuovo soggetto politico.
Mi permetto, allora, visto l'interesse che la questione sta suscitando, di portare qualche chiarimento che non è frutto della mia immaginazione ma di quanto BERLUSCONI in persona ha comunicato giorni addietro all'assemblea congiunta dei gruppi parlamentari di Forza Italia di Camera, Senato ed Europarlamento.
Innanzitutto va chiarito che Fora Italia non è affatto sciolta o dissolta o liquidata o quant’altro alcuni, in buona o mala fede, vanno dicendo in questi giorni. Forza Italia continua la sua fase congressuale che, a questo punto, rappresenterà la preparazione all'adesione al nuovo soggetto politico nel quale la classe dirigente di questo partito in uno ai suoi rappresentanti istituzionali, rappresenteranno la quota più consistente.
Le motivazioni di questa scelta del capo dell'attuale opposizione le ha indicate lo stesso Berlusconi che, per tanto, non necessita né di traduzioni né di interpretazioni.
Il rifiuto degli alleati storici di F.I. di entrare a far patte di questo nuovo soggetto politico non toglie assolutamente nulla alla privilegiata e primaria interlocuzione che con questi partiti avrà la nuova formazione politica.
La disponibilità offerta dal presidente BERLUSCONI di trattare con il segretario del Partito Democratico, finalizzata esclusivamente all'individuazione di una nuova legge elettorale ampiamente condivisa, non può e non deve far ritenere che il Partito Democratico possa essere necessariamente l'alleato della nuova formazione. Bensì, rappresenta la constatazione che non si è stati capaci di realizzare una riforma elettorale che potesse garantire la governabilità senza condizionamenti estremi e senza la necessità di alleanze quasi contro natura (come quelle presenti nell'attuale centrosinistra).
Il ritorno al proporzionale con quota di sbarramento è un male minore rispetto a quello attuale e necessario per formare alleanze omogenee in grado di realizzare le grandi riforme delle quali ha bisogno il nostro Paese.
Tutto il resto sono congetture o valutazioni rispettabili ma personali o disegni per destabilizzare anche il quadro locale.
A questo proposito mi preme sottolineare che sarà pure finita la Casa delle Libertà ma non è assolutamente conclusa l'esperienza del centrodestra soprattutto quando, come nella nostra Regione e nella nostra provincia, tale esperienza è priva, al suo interno, di corpi estranei, politicamente parlando,
Tutte le ipotesi, pertanto, che giornalmente si fanno sul destino del Comune di Brindisi mi sembrano francamente forzate come forzata è l’interpretazione secondo la quale gli eventi nazionali si siano abbattuti sulle vicende locali quasi a modificare gli assetti della maggioranza. Tutto questo non è vero e se difficoltà ci sono al Comune capoluogo o in altre realtà queste attengono a vicende, fatti ed equilibri che nulla hanno che vedere con l’evoluzione politica nazionale.
La ringrazio per la Sua attenzione ma ritengo di aver portato un po' di chiarezza e di aver aperto anche un dibattito fondato su fatti e dati certi.
Distinti saluti.
On. Luigi Vitali